TERAMO – Sarà intitolata ad Abele Conigli, il vescovo di Teramo-Atri scomparso nel 2005, la nuova piazza della chiesa di San Gabriele dell’Addolorata a Colleparco. L’opera, attesa da tempo da tutto il quartiere, è stata presentata questa mattina dal sindaco, Maurizio Brucchi, e dall’assessore ai Lavori Pubblici, Giorgio Di Giovangiacomo, mentre il taglio ufficiale del nastro ci sarà nel pomeriggio con la messa celebrata dall’ex parroco di Colleparco, oggi in pensione, don Giovanni Bruni.
LA NUOVA PIAZZA – Finanziata per 350mila euro stanziati dalla Regione per i Piani Integrati di Sviluppo Urbano (Pisu), la piazza di mille metri quadrati servirà non solo come area di parcheggio – una quarantina i posti a disposizione – ma anche come punto d’aggregazione per i residenti davanti la chiesa parrocchiale inaugurata 13 anni fa. I lavori, partiti lo scorso aprile, sono stati completati a settembre e hanno riguardato anche l’illuminazione oltre ad un breve percorso pedonale di collegamento della piazza con via Memmingem, la strada di collegamento che porta al Campus universitario. Nei prossimi giorni saranno posizionate delle balaustre in legno. Il progetto iniziale prevedeva, al posto della piazza, il passaggio di una strada per unire la parte bassa del quartiere con quella in alto. Progetto poi accantonato per problemi legati al rischio idrogeologico nella zona.
Evidente la soddisfazione dell’ex parroco don Giovanni e del suo successore, don Enzo Pichelli, per la nuova piazza che servirà a garantire uno spazio esterno alla chiesa, utile sia in occasione di cerimonie religiose molto partecipate e altre manifestazioni importanti per il quartiere. “Era un’opera molto attesa e che abbiamo concordato con il comitato – ha spiegato il sindaco Brucchi – l’amministrazione aveva preso un impegno e siamo riusciti a rispettarlo in pieno”. Sui fondi Pisu, infine, il primo cittadino, ha lanciato un appello affinchè il governo nazionale escluda queste risorse dal patto di stabilità: “A livello centrale occorre un cambio di rotta in questo senso, per i progetti di riqualificazione finanziati dai Pisu a Teramo abbiamo 9 milioni di risorse che si ‘riversano’ sul territorio ma serve un’ ‘elasticità’ che non blocchi l’azione degli enti locali costretti a rispettare i parametri del patto”.